Lettera
enciclica di Papa Giovanni Paolo II
La
Madre del Redentore
Nella
vita della Chiesa in cammino.
Parte I
Maria nel mistero di Cristo
1) Piena di grazia
Maria madre di Gesù. Figlio di Dio, ha un
posto di prim’ordine nella storia della salvezza. E’ stata la prescelta fra
tutte le donne perché diventasse la madre del Redentore, la madre di colui che,
nato da donna, aveva il compito di fare assurgere tutta l’umanità al ruolo di
figli.
Con queste parole dette dall’apostolo Paolo
ecco spiegato in poche parole l’amore di Dio Padre per noi che ci vuole suoi
figli; il compito che Gesù ha avuto affidato da compiere sulla terra; il dono
dello Spirito Santo che illumina e la funzione avuta da Maria nella missione da
compiere, quando Dio avrebbe ritenuto che i tempi erano maturi, cioè che fosse
giunto il momento fissato fin dall’eternità, in cui il Padre mandò sulla terra
il suo Figlio “perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita
eterna”.
E’ il momento in cui lo Spirito Santo plasma
nel grembo della Vergine Maria la natura umana del Cristo. Indica il momento in
cui Dio entra nel tempo; il tempo stesso viene redento e diviene “tempo di
salvezza”. E’ il momento in cui la Chiesa inizia il suo cammino, incontra Maria e comprende che il suo virginale
concepimento è il preludio della grazia salvatrice della Redenzione ma
soprattutto incontra intimamente ed indissolubilmente uniti Madre e Figlio:
colui che è il suo Signore e suo capo e colei che col suo “Sì” accetta di essere sposa e madre.
E’ con Maria, ma soprattutto col suo sì
incondizionato, che inizia la storia della nostra salvezza. Fin dall’eternità
era destinata a diventare la madre di Cristo. Fin dalla concezione immacolata
ha preceduto la nascita del Salvatore ed è entrata nel piano salvifico
dell’umanità, ma è con l’annunciazione e col suo “fiat” che viene introdotta definitivamente in questo
piano. Dio è il protagonista di questa salvezza, è Lui che prende l’iniziativa,
tutto è frutto del suo amore, agisce in modo potente, manifesta in grande la sua bontà. Maria si mette al suo
servizio, si affida totalmente a Lui e diventa la Madre di Dio “la theotòkas” (come viene affermato nel
Concilio di Efeso nel 431), poiché per opera dello Spirito Santo concepisce
Gesù consostanziale al Padre.
Per il Concilio di Efeso e per tutta la
Chiesa, il dogma della divina maternità
è il sugello del dogma dell’incarnazione, cioè il Verbo assume la natura umana
pur restando Dio.
Il Concilio Vaticano II afferma che Maria è
unita alla Chiesa in quanto madre di Cristo, dal momento che Cristo ha
costituito la Chiesa come suo corpo.
Dunque
Maria è unita a Cristo ed alla
sua Chiesa, cresce nella fede e la Chiesa segue lo stesso cammino della Madre
nella crescita della fede.
E’ il faro che illumina il cammino della
fede, il faro a cui la Chiesa intera, intesa come popoli, nazioni, comunità,
individui, guarda per avere una direzione, per migliorare e raggiungere mete
sempre più alte verso la santità; Essa ci aiuta e ci sostiene come madre.
Questo è un viaggio interiore che ognuno
compie, è il viaggio delle anime e la storia della salvezza che avanza e Maria
segue e precede questo viaggio. Il piano di salvezza di Dio è eterno e
comprende tutta l’umanità, ma c’è una donna speciale, al di sopra di tutte le
altre, a cui Dio ha affidato il piano di salvezza: è la Vergine che concepirà
un figlio e che porterà tutti gli uomini che crederanno a diventare figli di
Dio. Questo, Dio l’aveva sempre promesso e Maria è chiamata ad attuare questo
compito, che si concretizza già con l’Annunciazione.
Le parole dell’angelo a Maria “piena di grazia”
la lasciano turbata, perché non capisce quell’appellativo a Lei rivolto e poi
perché “benedetta fra le donne”. E’
una benedizione spirituale che attraverso Cristo e lo Spirito Santo arriva dal
Padre a tutti gli uomini, ma che a Maria è data in modo più grande, speciale,
eccezionale perché sarà la madre del Redentore, perché sarà colei attraverso
cui si compirà quell’amore che dal Padre procede verso il Figlio consostanziale
e dal Figlio attraverso lo Spirito Santo arriverà ad ogni uomo fino alla fine dei
tempi; infatti la cugina Elisabetta , ancora ignara di tutto, illuminata dalla
Spirito Santo, la saluta “benedetta fra le donne…” Perché benedetta?
Tutti gli uomini sono eletti di Dio; di
questo dono che Dio fa nel suo grande amore, che nasce dall’amore trinitario e
passa agli uomini. Dio ci offre la salvezza nella partecipazione alla vita
soprannaturale; ci dona un germe di santità che, attraverso la Grazia, vivifica
e santifica gli eletti in modo da farli diventare realmente figli adottivi di Dio
in Cristo. Ma Lei è “BENEDETTA E PIENA DI GRAZIA” : due
saluti ad una sola persona dunque, cosa vuol dire ciò? Significa che in Lei si
è manifestata tutta “la gloria della Grazia che il Padre ci ha dato nel Figlio
Gesù”; fra tutti Lei è la più l’eletta, cioè ha una benedizione speciale, fra
tutte le benedizioni in Cristo, Lei ha un’abbondanza di grazia soprannaturale
dal momento che è stata scelta per diventare la madre di Cristo; la sua
elezione è eccezionale ed unica come singolare ed unico è il suo posto nel
mistero di Cristo e questo mistero si rivela nell’annunciazione. Dio si dona
agli uomini attraverso l’incarnazione e porta la salvezza. Maria è la “piena di
grazia” perché è in Lei che si compie il progetto di Dio: il Verbo, il Figlio
di Dio assume la sua natura umana proprio nel di Lei grembo; per questo essa è la prediletta del Padre e
tempio dello Spirito Santo.
Precede tutte le creature, è già presente
nella mente di Dio prima della creazione del mondo, è stata preservata dal
peccato originale fin dal suo concepimento, appartiene a Cristo e prende parte
al progetto di salvezza e di santità di Dio, che ha inizio proprio nel momento
in cui il Figlio si incarna in Lei. Per questa divina maternità Maria è la “piena di grazia”.
Il mistero
dell’incarnazione è il compimento della promessa fatta da Dio agli uomini
dopo il peccato originale i cui effetti pesano sulla storia dell’uomo sulla
terra. Dio promette che manderà il suo Figlio diletto e che la donna che lo
partorirà “schiaccerà la testa del serpente e sconfiggerà il male del peccato.
Questa lotta non sarà incruenta ma dovrà attraversare tutta la storia umana e
Maria, madre del Verbo incarnato, è collocata al centro di questa inimicizia e
accompagna tutta la storia dell’uomo e della salvezza. Maria, che è l’eletta
del Padre, rimane per gli uomini un segno di sicura speranza.
2) Beata Colei che ha creduto
Durante l’annunciazione Maria ha saputo dall’angelo
Gabriele che anche lacugina Elisabetta, pur essendo in età avanzata, era in
attesa di un figlio, per rispondere all’interrogativo: come sarà possibile? A
Dio nulla è impossibile. Maria si reca da Elisabetta che non appena la vede
sente un sussulto nel suo grembo ed ispirata dallo Spirito Santo la saluta a
gran voce “benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo” e poi
aggiunge :”a che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”. Elisabetta riconosce che Maria è la madre del
Signore, del Messia e conclude con le parole: “beata colei che ha creduto nelle parole del Signore…”
Maria è entrata a pieno titolo nella storia
della salvezza non solo perché piena di grazia ma perché si è fidata ed ha
creduto, ha avuto Fede; per fede hg accolto il dono, ha obbedito, si è
abbandonata totalmente e liberamente a Dio ed all’azione dello Spirito Santo.
Nell’antica alleanza Abramo ha obbedito
ciecamente a Dio, perché lui ha avuto fede quando gli è stato chiesto di
sacrificare il figlio Isacco; con l’annunciazione, Maria ha fede in Dio, si
rimette alla sua volontà. Così ha inizio la nuova alleanza ed è da questo
momento che inizia il suo nuovo cammino di fede verso Dio. Accetta pienamente e
con cuore disponibile tutto ciò che fa parte del disegno divino, professa
“l’obbedienza della fede”, inizia il suo itinerario di fede e man mano che
procede serverà nel suo cuore tutto ciò che vedrà e udrà. Il bimbo nasce e gli
viene imposto il nome di Emanuele cioè Salvatore e così lo chiamerà il vecchio
Simeone quando lo porteranno al tempio; dirà a Maria parole belle ma anche
dure: ”egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti; e segno di
contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori…” aggiungerà
rivolto a Maria: “anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Quasi un secondo
annuncio, come dirà Papa Giovanni Paolo II e qui il destino della madre e del
bambino appaiono strettamente uniti, fanno parte insieme dello stesso progetto
di salvezza. Obbedienza sì ma stavolta obbedienza nella sofferenza, Il Figlio
compirà la sua missione come promesso dal Padre nella sofferenza e Lei lo
seguirà con sofferenza in quel percorso di dolore. La via della croce è
tracciata. Gesù, luce delle genti, porta luce e speranza ad ogni uomo, ma
camminare alla sua sequela conduce alla via della sofferenza, della fatica e a
volte della paura. Maria vive quotidianamente in silenzio e con fede a contatto
con il mistero di Dio; capisce che tutto quello che è successo e tutto quello
che avverrà viene da Dio, capisce tutto solo nella fede e mediante la fede, e
continua a credere con tenacia tra tutte le prove che ogni giorno deve
affrontare. La fede è il suo punto d’appoggio, vive nel silenzio conservando
nel suo cuore tutto ciò che accade attorno a Lei, avanza nel suo peregrinare,
cammina con trepidazione accanto al figlio al quale è intimamente unita e
soffre con lui e per lui fino al punto estremo. A lei che ha già dato tutto il
Signore chiede la sofferenza estrema: portare nella sua carne il dolore del
Figlio. Maria si abbandona a Dio senza riserve, rimette a Lui la sua volontà ,
il suo intelletto, è, ancora una volta, la “piena di grazia” e grande è
l’azione dello Spirito Santo in Lei. Ai piedi della croce Maria mediante questa
fede è “perfettamente unita alla spoliazione” di Cristo. Gesù, Dio che si fa
uomo per diventare simile agli uomini e muore violentemente e la madre,
mediante la fede partecipa alla morte redentrice del Figlio. Con la nascita è
Maria che genera il Figlio e sotto la croce che il Figlio la genera come madre
di tutti. Essa con fede e per fede partecipa all’itinerario terreno del Figlio
ed al contempo rende presente agli uomini il mistero di Cristo. Sant’Ireneo ci
dice che ciò che avevamo perso con la disobbedienza di Eva lo abbiamo ottenuto
con l’obbedienza e la fede di Maria.
Maria per obbedienza è diventata madre di
Cristo, per fede diviene compagna inseparabile del suo viaggio terreno, era
presente allora come è presente ancora oggi fra noi.
3)
Ecco la tua madre
Maria e Gesù sono uniti più che mai, c’è
un’intesa profonda fra madre e figlio. L’evangelista Luca racconta l’episodio
in cui una donna a voce alta dice a Gesù: “beato il grembo che ti ha portato e
il seno che ti ha nutrito!”. Queste parole sono una lode per Maria, beata Lei
che ha dato la vita; è tramite Lei che Gesù /Dio si è fatto uomo. Ma Gesù dice
che più beati sono coloro che ascoltano la parola di Dio e La mettono in
pratica. Quindi non sono importanti solo i legami di sangue, ma anche i legami
di spirito che si formano nell’ascolto e nell’osservanza della parola di Dio.
Maria è beata non solo perché è la madre di Gesù uomo ma soprattutto perché ha
accolto la parola di Dio, vi ha creduto, l’ha ascoltata meditata ed adempiuta.
Se per fede è diventata madre di quel Figlio donatole dallo Spirito Santo restando vergine per fede ha scoperto ed
accolto l’altra dimensione della maternità che le è stata rivelata da Gesù durante la sua
missione e man mano che comprende la missione del Figlio comprende anche la sua
parte accanto al Figlio; ode e medita ogni cosa, diventa , per così dire, la
prima discepola del figlio, quella a cui per prima sembra dire: seguimi e Maria è sempre accanto a Gesù.
Ci racconta l’evangelista Giovanni
nell’episodio delle nozze di Cana
come Maria contribuisce all’inizio di tutti quei segni che rivelano la potenza
messianica del Figlio. In un primo momento sembra che Gesù rifiuti l’invito
della madre, ma la madre va avanti lo stesso ed invita i servi “tutto quello” che Lui dirà di fare. Si avverte subito che
tra madre e figlio c’è una profonda intesa spirituale, ma si avverte pure
preponderante come Maria provi sollecitudine per gli uomini, quanto a Lei
stiano a cuore i loro bisogni e le loro necessità. Ecco Maria che va incontro
agli umani bisogni, si pone come mediatrice, intercede per gli uomini. Come
madre desidera che si manifesti La potenza salvifica del Figlio volta a
liberare l’uomo dal male, ma si presenta anche come “portavoce della volontà
del Figlio”, indicatrice di quelle esigenze che devono essere soddisfatte
affinché si possa manifestare la potenza salvifica del Figlio. Grazie
all’intercessione di Maria e all’obbedienza dei servi, Gesù può dare inizio, a
quell’ora stabilita dal Padre, alla sua missione ed essere glorificato. Maria è
la prima credente in Gesù, la sua fede provoca il primo “segno” e contribuisce a suscitare la fede
dei discepoli .Essa coopera all’opera di Gesù salvatore con l’obbedienza , la
fede , la speranza e la carità per restaurare la vita soprannaturale delle
anime e quest’opera perdura ininterrottamente. Ma è sotto la croce che la
maternità di Maria per gli uomini viene sancita, quando Gesù la dà come madre a
Giovanni-uomo, indicando in lui tutti gli uomini. Maria madre degli uomini: una
nuova maternità, nata dalla fede, frutto di quel nuovo amore che matura ai
piedi della croce prendendo parte all’amore redentivo del Figlio. Gesù,
affidando Maria agli uomini, lascia che la sua maternità continui nella Chiesa
e mediante la Chiesa. La “piena di grazia”, la santa madre di Dio, colei che fa
parte del mistero di Cristo, tramite la Chiesa rimane in quel mistero come la
“donna” indicata dal libro della Genesi e dall’Apocalisse alla fine, al termine
della storia della salvezza. Maria, dunque, è sempre presente, è madre che
segue ed accompagna i suoi figli come ha accompagnato gli apostoli e i
discepoli di Gesù dopo la sua morte, ha pregato assiduamente con loro, ha
invocato il dono dello Spirito Santo, quello stesso Spirito che Lei ha
incontrato nell’Annunciazione.
Incarnazione e nascita della Chiesa, un solo
anello di congiunzione: Maria a Nazareth e Maria nel Cenacolo. Presenza
discreta, ma fondamentale per due importanti eventi: la nascita di Cristo e la
nascita della Chiesa. Ancora oggi Maria, madre misericordiosa è presente, ci
accompagna, ci guida, non ci abbandona e intercede per noi.
Parte II
La madre di Dio al centro della Chiesa in cammino
1)
La Chiesa, popolo di Dio radicato in
tutte le nazioni della terra
La Chiesa, pur tra
mille difficoltà, continua il suo cammino, annuncia la passione, la morte e
resurrezione del suo Signore. E’ un cammino esteriore, ma soprattutto
interiore, è un cammino di fede, un cammino in cui è preponderante l’azione
dello Spirito Santo che illumina e sorregge. E’ proprio in questo cammino che
Maria è presente più che mai, è l’esempio tangibile di colei che avanza nella
fede, avendo partecipato come
nessun’altra creatura al mistero di Cristo.
Cristo ha fondato la
Chiesa sugli apostoli, ma è con la discesa su di essi dello Spirito Santo che
inizia il suo cammino, la sua peregrinazione ed in questo cammino è presente
Maria che troviamo già con gli apostoli nel cenacolo ad invocare la discesa
dello Spirito di Dio. Ed è da quel fatidico momento che la Chiesa è in cammino
e permea tutta la storia degli uomini e dei popoli. Maria è là presente; il suo
cammino è iniziato molto tempo prima quando ha pronunciato il suo fiat e si è rimessa alla volontà di Dio,
ha obbedito nella fede, ma è nel cenacolo che il suo cammino si incontra con
quello della Chiesa. Gesù, prima del suo sacrificio, ha chiamato gli apostoli e
ad essi ha trasmesso la missione che Lui stesso aveva ricevuto dal Padre. “come il Padre ha mandato me io mando voi…mi
sarete testimoni fino ai confini della terra…” E l’inizio di questa
missione coincide con la discesa dello Spirito Santo nel cenacolo, infatti i
discepoli, subito dopo, ripieni della grazia dello Spirito Santo escono dal
cenacolo, vanno ad annunziare la morte, la resurrezione di Cristo e la parola di Dio come Gesù aveva detto.
Maria non ha ricevuto direttamente questa
missione, ma si trova con gli apostoli proprio nel momento fatidico dato che,
in mezzo a loro, è assidua nella preghiera come madre di Gesù. Lei è certa di
tutto quello che è successo, è una testimone attendibile dal momento che ha
preso parte in prima persona al mistero divino, è stata la prima ad “aver creduto”. Fin dal primo momento ha
seguito Gesù passo passo, ha serbato nel suo cuore tutto ciò che ha visto e
sentito, lo ha accompagnato fedelmente dalla nascita fino alla morte ed è nel
cenacolo che trova conferma la sua fede che l’ha sempre sostenuta. E più la
Chiesa entra nel mistero divino e più Maria appare unita a quel mistero; la sua
fede precede quella della Chiesa e tutti coloro che accettano la testimonianza
di Maria partecipano alla sua fede.
Maria è la “teotokos”, la beata fra le
donne, beata perché ha creduto e tutti quelli che di generazione in generazione
credono al mistero di Dio, guardano a Lei con venerazione e cercano il sostegno
alla loro fede nella fede di Maria. E’ per tutto ciò che la fede di Maria
diventa la fede del popolo di Dio in cammino , è una fede fatta di conoscenza ,
di cuore e di preghiera. Maria è il faro cui tutti guardano per rinnovarsi
sempre più, per crescere ed avanzare più forti nella fede. Lo Spirito Santo è
sempre presente . tiene tutti uniti e Maria è presente nell’opera della Chiesa
che cerca l’incontro con Maria in ogni dove, nella preghiera intima, nella
preghiera comunitaria, nella parrocchia, nei Santuari e là, in ogni angolo
della terra, dove Maria si è manifestata e come madre ha parlato.
2) Il cammino della Chiesa e
l’unità di tutti i cristiani
Oggi il cammino della Chiesa si è ampliato,
è un cammino ecumenico di fede che tende ad unire tutti i cristiani d’occidente
ed oriente perché tutti diventiamo “una
sola cosa” così come ha lasciato detto
Gesù. Si debbono superare delle difficoltà fra le varie comunità ecclesiali se
vogliamo parlare di vera unità cristiana,
ecco allora che tutti insieme dobbiamo guardare a Maria come Madre
comune, Madre di tutti, che insieme a
noi prega per questa unità. Maria è riconosciuta da tutti come la “teotokos”,
tutti l’hanno celebrata e la celebrano come grande madre e ne contemplano il
suo mistero, Maria occupa un posto di primo piano nel culto di questa Chiesa
Nella liturgia bizantina la lode della Madre
è unita alla lode del Figlio ed alla lode verso il Padre e allo Spirito Santo.
Grande è la devozione per la “tutta Santa
Madre di Dio”.
Il Concilio ecumenico II di Nicea ha
stabilito che di Maria si potevano proporre le immagini, come quelle della
Croce, degli Angeli e dei Santi. Essa è di volta in volta definita la
“teotokos” che porta il Signore e lo
offre agli uomini; la “odigitria” come via che conduce a Cristo e lo mostra;
come “Deisis” orante in atteggiamento
d’intercessione e segno di divina presenza sul cammino dei fedeli, fino al
giorno del Signore; come ”Pokrov”
protettrice che stende il suo manto sui popoli; come “Eleousa” misericordiosa
regina della tenerezza. E’ raffigurata quasi sempre con il bambino in braccio,
come il simbolo della relazione che c’è tra madre e figlio; il Figlio,
glorifica la Madre. A volte lo abbraccia, a volte sembra assorta profondamente
nella contemplazione di questo Figlio speciale.
Dunque Maria è venerata dalla Chiesa di Roma
e da quella Orientale ed è guardando a Maria come Madre di tutti che si cerca
di percorrere quel cammino che con la grazia di Dio e l’aiuto dello Spirito Santo porti
all’unione di tutti i credenti in Cristo.
3) Il “Magnificat” della
Chiesa in cammino
La vergine Maria in questo cammino è
costantemente vicina a noi figli che non si stancano di ripetere con Lei le
parole del Magnificat in cui trovano un posto privilegiato gli umili, gli oppressi, i poveri che saranno
innalzati, soccorsi, ricolmati di ogni grazia come Dio Padre aveva promesso.
Parte
III
Mediazione
materna
1)
Maria, serva del Signore
Gesù con la sua passione
e morte ci ha acquistato tantissimi meriti, Egli è l’unico nostro mediatore con
Dio, ma grande è l’influsso che, per opera dello Spirito Santo, ha la
mediazione della Vergine Maria che con materna sollecitudine sostiene i suoi
figli e la Chiesa tutta.
Con il suo “fiat” Maria ha accettato in modo
incondizionato di rimettere tutta la sua vita al volere di Dio e nel momento in
cui ha accettato l’elezione a Madre del Figlio di Dio , ed ha inteso questa
maternità come dono totale di sé. Proclamandosi “sono la serva del Signore”
Maria non solo accetta di essere la
madre del Figlio, ma dimostra una totale apertura a tutta la sua opera, a tutta
la sua missione.
Maria
madre del Messia e compagna del Redentore. Un tragitto da compiere assieme Madre e Figlio, un cammino, non
scevro di sofferenza lungo il quale la madre, cooperando a tutta la missione, cresce
non solo nella fede, ma anche nella carità verso tutti coloro i quali la
missione è rivolta e lentamente viene preparata dal Figlio a diventare per gli
uomini “madre nell’ordine della grazia”. Infatti è Gesù stesso che dalla croce dicendo all’apostolo
Giovanni “ecco tua madre” la lascia come
“madre in mezzo alla Chiesa nascente”.
Maria , dopo la morte del Figlio, non lascia
soli i suoi figli e con la sua materna carità si prende cura di tutti ed ancora oggi dal cielo dove è stata assunta
segue la sua Chiesa, intercede per essa, e lo farà fino a che tutti non
raggiungeranno la patria celeste. Ed è per questo che la Chiesa la invoca come
Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice.
Il Concilio Vaticano II riconfermando ciò
che aveva detto Pio XII ha riaffermato la verità della sua assunzione asserendo che Maria fu assunta in cielo in
anima e corpo e dal Signore è stata esaltata Regina dell’universo, perché fosse
più pienamente conformata col Figlio suo, suo Signore, padrone e vincitore del
peccato e della morte. E’ in questo mistero dell’assunzione che si esprime la
fede della Chiesa, secondo il quale Maria è
intimamente ed indissolubilmente unita a Cristo perché all’inizio è
stata la madre-vergine , ha dato la sua disponibilità ed ha cooperato perché
Lui venisse alla luce, dopo ha continuato a cooperare nella missione che Lui è
venuto a compiere, ha continuato a cooperare per la crescita della Chiesa e
continuerà a cooperare fino alla sua
seconda venuta e si comporterà da madre per intercedere la Sua clemenza nei
riguardi di tutti i Cristiani quando ci sarà la seconda venuta di Cristo che
sarà la venuta definitiva ed i morti
risorgeranno a nuova vita.
All’assunzione è connesso il mistero della
sua eterna gloria. Essa è glorificata come “Regina dell’universo”. Ella è stata
per tutta la vita fedele serva del Signore, discepola dii Cristo, si è messa al
servizio della di Lui missione, è stata la prima che ha portato gli altri con
pazienza ed umiltà , al suo Signore. Adesso che Maria è in cielo , insieme al
Figlio, non smette di essere unita e subordinata a Lui che è l’unico
Mediatore fino alla definitiva
attuazione della “pienezza dei tempi”.
2)
Maria nella vita della Chiesa e di ogni cristiano
Per tutto ciò che si è detto, per tutti i
meriti che ha acquistato, Maria non è solo unita a Cristo di cui è la Madre, ma
è pure intimamente unita alla Chiesa per obbedienza, fede e carità, Chiesa che
le viene affidata ai piedi della croce che mai abbandona. Come vergine e madre
è per la Chiesa un eterno modello, presente nel mistero di Cristo e presente
nel mistero della Chiesa.
Come Maria ha accolto la parola di Dio e vi
è rimasta fedele finoal momento culminante, così la Chiesa diventa Madre
accogliendo con fedeltà lka parola di Dio; con la predicazione ed il battesimo
genera a nuova ed immortale vita i figli concepiti per opera dello Spirito
Santo e nati da Dio. La Chiesa, intesa come istituzione, guardando a Maria , ne segue l’esempio,
rimane fedele a Cristo, custodisce la fede
data a Cristo ed anche la fede ricevuta da Cristo. Sull’esempio di Maria
custodisce la Parola di Dio e ne dà testimonianza con prudenza e discernimento.
Se la Chiesa ha il compito di generare gli
uomini ad una vita nuova ed immortale ecco che non deve guardare a Maria solo
come modello da seguire , ma come madre che coopera alla sua formazione e
rigenerazione. Maria madre spirituale degli uomini, Maria madre che porta tutti
i suoi nuovi figli verso quel Figlio tanto amato che si fa presente in mezzo a
loro nel momento della celebrazione eucaristica e li porta a Lui.
La maternità di Maria per ogni uomo si
concretizza ai piedi della croce quando Gesù l’affida ad un uomo, Giovanni,
riconoscendo in lui ogni singolo uomo, ogni discepolo di Cristo.
E’ un dono dunque, un dono che Cristo fa ad
ognuno di noi, ci affida a Maria, ce la dona come Madre e guida e noi
accettando questo dono permettiamo a Maria di prendersi cura di noi, di
portarci verso quel suo Figlio che è “via, verità e vita”, quel Figlio per
mezzo del quale noi avremo la salvezza e la vita eterna. Più noi rimaniamo
legati a Lei ,seguiamo il suo cammino, più ci avviciniamo a Cristo e Lei ci
tiene stretti in un tenero abbraccio, ci difende contro le potenze del male e
ci aiuta a “trovare in Cristo la via verso la casa del Padre”. Essa è la nostra
madre spirituale e avvocata di grazia.
3)
Il senso dell’Anno Mariano
E’ per tutto ciò di cui si è parlato che
Papa Giovanni Paolo II ha voluto indire un nuovo Anno Mariano (25/marzo 1987),
per approfondire maggiormente ciò che ha detto il Concilio Vaticano II sulla
Beata Vergine Maria nel misteri di Cristo e della Chiesa.
Non solo dottrina della fede ma anche vita
della fede vista alla luce della tradizione e della spiritualità, una
spiritualità mariana che annovera esperienze e testimonianze di tanti testimoni
e maestri come S. Luigi Maria Grignon de Monfort che proponeva ai cristiani di
consacrarsi a Cristo attraverso Maria per vivere al meglio e con più fedeltà
gli impegni battesimali.
L’inizio dell’Anno Mariano è coinciso con la
pentecoste che quell’anno cadeva il 7 giugno per sottolineare che Maria ha
preceduto la venuta del Signore che si è concretizzata con l’incarnazione;
quando il Signore ha ritenuto che il tempo era venuto e che la Chiesa, intesa
come popolo di Dio, è il segno della “pienezza dei tempi” . La Chiesa inizia a
compiere il suo cammino di fede verso l’eternità proprio quando lo Spirito
Santo scende sulla terra ad illuminare le menti degli apostoli in preghiera
riuniti nel cenacolo e con loro c’era anche Maria. Maria coopera
incessantemente all’opera di salvezza compiuta dal suo Gesù.
E’ proprio con l’anno Mariano che la Chiesa
ricorda tutto ciò che Maria ha fatto come ha cooperato e continua a cooperare
per portare avanti l’opera della salvezza in Cristo Signore.
L’Anno Mariano è anche un punto di
riferimento per sentirci uniti a tutti i cristiani delle Chiese separate che
onorano e venerano la Madre del Signore;
è proprio davanti a Lei che ci sentiamo fratelli e sorelle perché chiamati ad
essere un’unica famiglia di Dio sulla terra. Rivolgiamo, dunque, le nostre
suppliche a Maria affinché interceda presso il suo diletto Figlio per vederci
uniti tutti in un solo popolo.
Il Santo Padre ha voluto far coincidere la
chiusura di quell’anno speciale con la festa dell’Assunzione di Maria
Santissima, per mettere in luce il “segno grandioso nel cielo” di cui parla
l’Apocalisse: Maria segno di sicura speranza e consolazione per il suo popolo
in cammino.
Conclusione
L’amore di Dio Padre per gli uomini è
grandissimo; Egli è disposto a tutto pur di fare entrare gli uomini nel suo
disegno di salvezza e aprire loro le porte del Paradiso.
Ma come tutto ha un prezzo, anche il suo
perdono ha avuto un caro prezzo. Ci ha donato, umanizzandolo, il suo Figlio
diletto a Lui consostanziale che per la nostra salvezza si è immolato; un dono
grande che non può non lasciare indifferenti. Un mistero grande e al centro di
questo mistero sta proprio Maria, colei che Lo ha generato, che ha generato il
suo genitore. E’ con l’incarnazione che si è determinata per l’uomo la grande svolta, quella che si era
annunciata fin dalla Genesi e lo seguirà fino alla fine del mondo. E’ una
svolta in incessante divenire che si snoda fra l’uomo del peccato e l’uomo
della grazia, l’uomo che cade e l’uomo che brama di rialzarsi e risorgere.
Maria accompagna gli uomini in questa eterna
altalena ed è a Lei che si deve guardare, invocare il suo aiuto e chiedere il
suo soccorso, avendo la consapevolezza che mai abbandonerà i suoi figli, ma
sarà sempre presente, pronta e partecipe a risolvere i mille problemi che li
assillano.